Cosa succede quando un commensale si trova di fronte a un piatto?
La vista viene subito stimolata dai colori, dai volumi, dalla lucentezza e dai chiaroscuri delle pietanze.
Poi seguiranno l’olfatto, l’udito e il gusto.
Cibarsi oggigiorno non è più solo una necessità, ma è diventata un’esperienza sensoriale completa, ricca di rimandi all’infanzia, sinonimo di convivialità e piacere.
Chiunque decida di sedersi a tavola nutre molte aspettative nei confronti del cuoco, perché non si immagina “solo di mangiare”, ma di poter intraprendere un viaggio originale e allo stesso tempo codificato in un sentiero sensoriale (gustativo, visivo, olfattivo e così via).
Cosa fa la differenza tra due filetti di carne, due torte moderne, due piatti di ravioli in due ristoranti diversi anche se sono realizzati con le medesime tecniche di cottura e gli stessi ingredienti?
La risposta è presto detta: il design della presentazione.
Quando si presenta una pietanza tutto è importante: l’esperienza visiva condiziona molto le percezioni successive, per questo occorre riflettere attentamente anche sul tipo di piatto da scegliere prima di servirlo.
Sono un architetto e ricerco la bellezza prima ancora che del gusto, quando mi immagino un piatto parto sempre da un disegno, frutto di una visione, e poi solo dopo riesco ad abbinare i sapori a quelle forme colorate scarabocchiate sul foglio.












Oltre che buono, il cibo deve anche essere bello, perché l’estetica gioca un ruolo fondamentale nella componente psicologica che poi influenza il gusto. Pensa al famoso detto popolare “si mangia anche con gli occhi”!
La geometria di un piatto o di una torta a strati, la sua armonia, le sue proporzioni, i suoi colori, le sue forme date dalle diverse consistenze, valorizzano la composizione degli ingredienti alla vista e allo stesso tempo ne esaltano il gusto.
Ogni piatto deve trasmettere un’emozione, evocare un ricordo: deve essere un connubio dei sensi, tra i colori e le forme, il profumo, il suono sotto i nostri denti e il gusto.
Se volete organizzare un corso di food design o decorazione di dolci, oppure volete semplicemente migliorare l’estetica dei piatti presenti nel menù del vostro Ristorante, B&B o del vostro Bistrot, sarò felice di collaborare con voi.
La consulenza di tecniche di impiattamento terrà conto dei piatti proposti dallo chef, senza snaturarli, e della filosofia del ristorante, piccole pennellate che terranno d’occhio il food cost.
Potremo inoltre, su richiesta, elaborare insieme dei nuovi menù per la ristorazione e il catering.
Da esteta farò in modo di far esplodere la creatività dello chef nel piatto, perché ne sia orgoglioso e felice, favorendo anche le relazioni in brigata, infondendo passione e collaborazione di tutte le maestranze.
E poi capiremo quanto l’impiattamento può contribuire alla creazione di una community fidelizzata che può farci pubblicità gratis sui social e spingere sempre più clienti a provare l’esperienza della nostra cucina.
Per aumentare la collaborazione tra colleghi di lavoro, fare squadra e realizzare un obiettivo comune possiamo organizzare dei corsi di team building legati alla cucina.
Perché impastare insieme o preparare una torta da condividere, spesso è un collante fortissimo rispetto ad altre tecniche più empiriche, proprio perché cucinare permette di staccare, abbassare le difese e sentirsi parte di un gruppo dove tutti hanno dei compiti da portare a termine per la riuscita della ricetta.
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