LE STORIES DI #ARTUSI

“Artusi è un classico e un classico è un libro che non ha mai finito di dire quello che ha da dire”
Quando circa 6 mesi fa l’editore mi chiamò per fargli delle proposte per scrivere un nuovo libro di cucina ne feci addirittura 4.
Tra queste c’era un progetto ambizioso di coinvolgere una grande cuoca, legata alla cucina tradizionale, nella scrittura di un libro che potesse confrontarsi/scontrarsi  con il tema a me tanto caro dell’impiattamento.
Nella mia testolina avevo già in mente Luisanna ma, se qualcuno mi avesse chiesto di scommettere sulla possibilità che questo progetto sarebbe andato in porto, non ci avrei investito un euro.
L’idea di coinvolgerla mi era venuta durante la premiazione di un contest dove faceva il giudice.
E questo perché, quando prese la parola, disse che odiava quei cuochi che facevano i fighetti con gli impiattamenti strani, con solo 3 ravioli in tutto nel piatto e che usavano sostanze strane.
Dentro di me pensai…. “ecco….non vincerò mai”….e infatti arrivai seconda e dopo le premiazioni mi avvicinai per dirle che secondo me si sbagliava, che la cucina tradizionale poteva correre insieme a quella moderna e che insomma “anche l’occhio voleva la sua parte”.

 


le stories di artusi

 


Ricordo perfettamente che il suo sopracciglio si incurvò bruscamente e la sua espressione si fece attenta.
Invece di liquidarmi con un “sisisisi va bene” o un “ma tu chi sei???” allungò la mano, prese il suo ultimo libro dalla borsa, lo autografò e all’interno aggiunse anche la sua mail e il suo numero di telefono.
Per mesi il libro restò sul mio comodino ed io non trovavo mai il coraggio di richiamarla fino a quel pomeriggio in cui MB mi disse di provarci perché questo sarebbe stato il mio prossimo libro da scrivere.
“Si, pronto? Buonasera Sig.ra Luisanna sono Angela Simonelli….si ricorda di me? Ci siamo incontrate al contest e lei mi ha regalato il suo libro”
Non feci in tempo a finire la frase che Luisanna iniziò a parlare e, con mia grande sorpresa, si ricordava perfettamente del nostro incontro e di quelle frasi un po’ di sfida che le avevo detto.
Poi le chiesi se potevamo incontrarci per parlare di un progetto editoriale e lei rispose subito di si, a patto che non avremmo mai fatto un piatto con dentro solo 3 ravioli….
Da li ci siamo viste un sacco di altre volte e non vi dico i messaggi che ci scambiamo ogni giorno su whatsapp perché nel frattempo siamo diventate complici e amiche.
La signora Luisanna Messeri, se qualcuno ancora non la conoscesse, è una cuoca molto brava che ha scritto numerosi libri dedicati al food, ha registrato per Alice TV tantissime puntate del programma “il club delle cuoche”, che sono ancora le più viste e trasmesse del canale, e la trovate spessissimo impegnata alla “Prova del Cuoco” su Rai 1.

 


le stories di artusi

 


Capite che inizialmente provavo un certo timore nel confrontarmi con lei su questioni legate alla cucina, perché chiaramente lei ne sa molto più di me, ma c’è una cosa che ci ha unito e fatto diventare tanto complici, anzi una persona che si chiama Pellegrino Artusi.
Abbiamo passato pomeriggi interi a ragionare di Artusi, le curiosità, i pettegolezzi, le dicerie, i pregiudizi, le ricette e un giorno abbiamo capito che il libro avrebbe dovuto raccontarvi tutto questo e lo abbiamo fatto.
Si chiama infatti “le stories di artusi” non a caso perché vuole raccontare il backstage della vita di questo uomo senza tempo, come si fa sui social, varcando i luoghi comuni e mostrando un lato totalmente inedito di Artusi.
Il libro ripercorre tutta la sua vita e si mischia con 50 ricette tratte dall’indimenticabile “La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene” che invece era composto da 790 ricette che Pellegrino Artusi scrisse durante la “vecchiaia” mentre si trovava a Firenze insieme alla sua fidata serva Marietta e ai 3 gatti cui dedicò l’opera.
Quindi non è “il solito artusi” ma qualcosa di molto diverso e innovativo, scritto con profondo rispetto e dedizione per l’autore ma con una cura per l’estetica del piatto che era altrettanto caro a Pellegrino, visto che ogni volta raccontava con dovizia di particolari come tagliare le verdure o aggiungere dei dettagli per migliorare l’estetica di una pietanza.
“questo è il libro più difficile che io abbia mai scritto” dice la Luisanna ogni volta che ci sentiamo e posso dire che è frutto di un intensissimo lavoro tra noi e la redazione di Giunti Editore che, come sempre, ci ha aiutate, consigliate, rimbrottate e fatte decollare.

 


le stories di artusi

 


Da oggi è in vendita in tutte le librerie e on line su amazon.
Troverete molto di me all’interno, diversamente dal primo libro ma capirete che ho disegnato ogni singolo piatto.
Sicuramente le foto delle ricette, i consigli su come impiattare, una dedica speciale per i miei figli e un pezzo di cuore.
Come per “ a scuola di food design” sono felice come una bambina e spero di non deludervi.
Fatemi sapere che cosa ne pensate e se vi piacerà consigliatelo e regalatelo, diffondete cultura e bellezza oltre che buoni odori nella vostra cucina.
Su Piattoforte, Qui e Rolling Pandas  parlano già di noi, andate a leggervi gli articoli.
E ora vi regalo la ricetta cui Artusi era più affezionato, perché cucinata dalla sua serva (e forse qualcosa di più) Marietta, il “panettone Marietta” appunto, tanto buono da essere meglio del classico panettone Milano.
“Eh non pensate che siccome sono ricette scritte da più di un secolo siano roba vecchia o sorpassata, pesante o complicata.  ARTUSI E’ VIVO  E LOTTA INSIEME A NOI”
Fiocco ai grembiuli.

 


le stories di artusi panettone marietta

 


Ingredienti per una tortiera da 20 cm per ciambella

300 g di farina 00
100 g di burro a temperatura ambiente
80 g di uvetta sultanina
1 uovo
2 tuorli
un pizzico di sale
15 g di lievito per dolci
80 g di zucchero semolato
20 g di arancia candita
scorza di 1 limone
200 ml di latte

Per decorare:
100 g di crema
100 g di panna montata
100 g di ribes rosso
10 g di cacao in polvere

 


le stories di artusi

 


Come si prepara il panettone Marietta

Versate il burro in una ciotola, quindi lavorate con le fruste elettriche aggiungendo l’uovo e dopo i tuorli man mano che si saranno ben assorbiti. Mettete le uvette in ammollo in acqua tiepida.
Unite pian piano alle uova e al burro lo zucchero e la farina con il lievito, e continuate a lavorare tutto con le fruste.
Aggiungete il sale, i canditi, la scorza di limone e il latte, frullate ancora e fermatevi.
Strizzate le uvette e poi passatele nella farina prima di incorporarle all’impasto in modo che non scivolino giù.
Imburrate uno stampo da ciambella da 20 cm di diametro e colate l’impasto all’interno.
Cuocete nel forno statico a 180 °C per circa 45 minuti, sfornate e lasciate raffreddare prima di servire.
Prendete un piatto dalla forma del cappello di un prete, di colore bianco.
Riempite un sac à poche con la crema mescolata con la panna e formate un cerchio sul fondo del piatto.
Ritagliate una fetta di panettone e posizionatela al centro in verticale.
Aggiungete qualche ribes e infine, aiutandovi con un setaccio piccolo, spolverate in alcuni punti la crema con il cacao in polvere.
Potete conservare la torta a temperatura ambiente per circa 1 settimana sotto una cupola di vetro.

 


le stories di artusiPhoto credits Maddalena Messeri

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